I suggerimenti di Finco, CNA e Ance agli Stati Generali dell’economia.
Modificare o sospendere il Codice Appalti senza rinunciare alla qualità e alla sicurezza. È quanto emerso dagli Stati Generali dell’economia “Progettiamo il rilancio”, evento in cui si è posto l’accento sulla necessità di ridurre i tempi di realizzazione delle opere e di liberarsi degli eccessi di burocrazia, anche se le soluzioni proposte differiscono tra loro.
Modifiche per far ripartire i cantieri
La Federazione Industrie, prodotti impianti servizi ed opere specialistiche per le costruzioni (Finco), propone lo snellimento delle procedure che precedono le fasi di aggiudicazione facendo un ricorso maggiore al silenzio assenso, eccezion fatta per i beni culturali. Da tutelare, invece, i controlli sulla qualificazione delle imprese e delle stazioni appaltanti. Al contrario, la Confederazione nazionale dell’artigianato (CNA) spinge per la sospensione del Codice Appalti al fine di rimettere in moto i cantieri, utilizzando il modello Genova anche per le piccole opere immediatamente cantierabili.
Burocrazia e opere pubbliche
L’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) si è detta esasperata dai tempi necessari al completamento di un’opera. Si va dai 16 anni per una grande opera ai 4 o 5 per quelle più semplici, come le scuole. Per risolvere questa criticità, Ance propone l’avvio di un Piano Marshall per spendere le risorse ferme nei cassetti della PA. Finco ritiene che la burocrazia consiste nella resistenza dei pubblici dipendenti, che preferiscono rimanere fermi piuttosto che assumersi le responsabilità connesse al proprio ruolo. Ma non solo, perché passano anni per reperire fondi già stanziati, gli stati di avanzamento dei lavori non vengono pagati con regolarità e i lavori si fermano, generando contenziosi o il fallimento delle imprese. Sull’argomento, CNA propone di rivedere il reato di abuso di ufficio, in modo da responsabilizzare maggiormente i funzionari pubblici.
Il ruolo dei Comuni
Per velocizzare l’apertura dei cantieri, l’Anci ha proposto una serie di interventi immediati: finanziamento diretto, riduzione dei passaggi burocratici e formali per l’individuazione dei fondi, poteri commissariali per i sindaci, almeno per le opere più importanti, sopra i due milioni di euro, nessuno stop ai lavori in caso di contenzioso.