Vigilanza e intervento per garantire trasparenza e regolarità.
Nell’ambito degli appalti pubblici, la Stazione appaltante ha il dovere di verificare attentamente l’assenza di conflitti di interesse tra i soggetti coinvolti in tutte le fasi di affidamento e esecuzione del contratto. È essenziale vigilare costantemente e risolvere tempestivamente qualsiasi situazione anomala che possa emergere durante questo processo. L’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) richiama l’attenzione su un caso verificatosi in un Comune del Friuli Venezia Giulia, dove è emersa una violazione delle norme sul conflitto di interessi nell’ambito degli affidamenti pubblici.
Il caso riguarda la Responsabile del servizio residenze protette del Comune, che ha lavorato per undici anni presso una cooperativa che successivamente è stata incaricata dal Comune di gestire le stesse strutture. Al momento del conferimento dell’incarico, la Responsabile non ha dichiarato alcun potenziale conflitto di interesse, nonostante avesse assunto ruoli chiave in contratti precedentemente ottenuti dalla cooperativa. L’Anac ha contestato la violazione dell’articolo 42 del Codice degli Appalti da parte della dipendente comunale e del Comune, nonché la violazione dell’articolo 80 da parte della cooperativa. Nessuno di loro ha segnalato la situazione di potenziale conflitto di interessi.
La Responsabile Rsa ha difeso la propria posizione sostenendo di non aver avuto un ruolo dirigenziale nella cooperativa e di aver operato in modo esecutivo e controllato nell’esecuzione dei contratti in questione. Il Comune ha ammesso di essere a conoscenza del curriculum della Responsabile ma ha affermato che la nomina a ruoli chiave è avvenuta dopo due anni. Secondo l’Anac, sia la dipendente del Comune che il Comune stesso e la cooperativa hanno violato il Codice degli Appalti. L’Autorità ricorda che vi è conflitto di interesse quando un soggetto ha svolto un’attività lavorativa per un appaltatore prima di prendere servizio presso la Stazione appaltante e successivamente partecipa a una gara indetta da quest’ultima, assumendo ruoli cruciali.
La Responsabile Rsa ha operato in conflitto di interesse in quanto ha lavorato per la cooperativa che ha ottenuto l’appalto per le stesse residenze per anziani di cui è ora responsabile per conto del Comune. Oltre a dichiarare il potenziale conflitto di interesse, avrebbe dovuto astenersi dall’intervenire nei contratti in questione. Anche il fatto che la dottoressa abbia applicato penali alla cooperativa è indicativo di una potenziale mancanza di imparzialità. L’articolo 42 del Codice degli Appalti mira a garantire l’imparzialità del dipendente pubblico, evitando di favorire o danneggiare l’operatore con cui il dipendente abbia avuto un legame pregresso.
L’Anac sottolinea l’assoluta mancanza di vigilanza da parte del Comune in materia di conflitto di interesse. Inoltre, secondo la giurisprudenza, il concorrente è obbligato a dichiarare tutte le circostanze che potrebbero influenzare la valutazione dell’Amministrazione, inclusi eventuali conflitti di interesse derivanti da precedenti rapporti lavorativi. Tali informazioni erano chiaramente indicate nella documentazione di gara pubblicata su piattaforma telematica, quindi il concorrente era pienamente consapevole del ruolo della ex dipendente e avrebbe dovuto evidenziare il rapporto lavorativo di undici anni. L’Anac suggerisce al Comune di sostituire la Responsabile Rsa in conflitto di interessi e di valutare l’impatto del conflitto sulla regolarità della procedura di gara e dell’esecuzione del contratto, adottando opportuni provvedimenti di autotutela. La Stazione appaltante è invitata a comunicare all’Anac le determinazioni assunte entro 45 giorni dalla delibera.