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Crescono gli infortuni mortali sul lavoro

infortuni sul lavoro

Sciopero nell’Edilizia, il settore più colpito dalle morti bianche

“I dati su infortuni, morti e malattie professionali sono sempre più tragici ed allarmanti – denunciano le tre sigle sindacali – e il bilancio provvisorio degli infortuni mortali nelle costruzioni per il 2016 è terribile, con un incremento delle vittime ad oggi di oltre il 27% rispetto al 2015, e a questo dato drammatico si aggiunge quello relativo alle vittime over 60 il cui numero è più che raddoppiato rispetto all’anno precedente

“Occorre intervenire subito, rafforzare controlli e sanzioni”, dichiarano le segreterie nazionali Feneal, Filca e Filllea che per oggi, lunedì 7 novembre, hanno proclamato lo sciopero di un’ora di tutte le lavoratrici e i lavoratori edili. Previsti presìdi, incontri con Prefetti, assemblee e iniziative in tutti i territori e cantieri; a Roma organizzato per le ore 10 un sit-in in Piazza Montecitorio. #ZeroInfortuni è l’hashtag lanciato dalla mobilitazione per dire basta alle morti sul lavoro.

Ecco qualche dato fornito dall’ultima analisi condotta dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering sulla base di dati INAIL:

Da gennaio a settembre 2016, 75 morti bianche rilevate in Italia di cui 549 infortuni mortali in occasione di lavoro e 204 quelli accaduti in itinere.

Rispetto allo stesso periodo del 2015, quando si contavano 856 vite spezzate, il decremento della mortalità è pari al 12,3 per cento, ed un elogio va fatto alla Valle D’Aosta che in questo triste scenario è l’eccezione che ad oggi non registra infortuni mortali.

Le regioni più colpite dalle morti bianche sono:

  • Emilia Romagna, 70 casi,
  • Veneto, 59 casi,
  • Lombardia, 57 casi.

Queste le provincie più colpite:

  • Roma, 27 casi,
  • Bologna e Torino, 16 casi.

Mentre per quanto riguarda i settori economici ecco questi i tragici risultati:

  • Costruzioni, 74 casi,
  • Manifatturiero, 65 casi,
  • Trasporto e magazzinaggio, 62 casi.

Proprio per questi dati allarmanti, Feneal, Filca e Fillea continuano a chiedere di abbassare la soglia dei contributi necessari per accedere all’Ape agevolata ritenuta “troppo alta per gli operai edili che, oltre a svolgere un lavoro gravoso, hanno spesso carriere discontinue che non permettono di accumulare contributi in maniera continuativa”.

Per i sindacati “è fondamentale completare l’attuazione del decreto legislativo 81, anche con la costituzione della patente a punti, intervenire con azioni precise per contrastare il lavoro nero ed irregolare, ripristinare il Durc nella sua formula originaria e passare in breve tempo alla congruità, applicare il contratto edile a tutti i lavoratori in cantiere e rafforzare il ruolo degli enti bilaterali”.

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