10 miliardi di euro in più nel 2017 per investimenti, produttività e innovazione
Il Piano nazionale Industria 4.0 attiverà 10 miliardi di investimenti privati in più per il 2017 e incentivi pubblici per 13 miliardi di euro da spalmare nei prossimi 7 anni (dal 2017 al 2024).
Lo ha annunciato il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, intervenuto assieme al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano per presentare la strategia del Governo che ricalca i piani già messi in atto da Stato Uniti, Francia e Germania.
Quella che si configura come la quarta rivoluzione industriale, e che entrerà a far parte della prossima legge di Bilancio, metterà in moto sinergie tra politica imprese e mondo accademico promuovendo il Made in Italy e valorizzando le eccellenze. Vista l’entità del costo complessivo è probabile che le risorse necessarie per la messa in pratica del piano vadano ricercate nelle maglie di bilancio dei prossimi anni.
A differenza degli altri grandi Paesi, il modello italiano del Piano nazionale Industria 4.0 punta su queste caratteristiche: pochi grandi player privati industriali e Ict, sistema fortemente basato sulle pmi, ruolo chiave di pochi grandi poli tecnologici di livello mondiale.
Secondo il governo, il piano “mobiliterà” solo nel primo anno investimenti innovativi da privati per altri 10 miliardi, passando da 80 a 90 miliardi; mentre la spesa in ricerca, sviluppo e innovazione crescerà di 11,3 miliardi. Il Governo punta inoltre a raddoppiare gli iscritti agli istituti tecnici e avere 200mila studenti universitari e 3mila manager specializzati sui temi dell’Industria 4.0.
Previste detrazioni fiscali fino al 30% (contro l’attuale 19%), per investimenti fino a 1 milione di euro in start-up e pmi innovative.
“Terremo il superammortamento del 140% introdotto nella scorsa manovra finanziaria”, ha aggiunto il ministro, tranne che per i veicoli e altri mezzi di trasporto che usufruiranno del 120%. Si tratta di uno strumento che “ha funzionato bene”, e dunque “lo accompagneremo con un iperammortamento al 250% per i beni legati a Industria 4.0“.
Agli iperammortamenti si affiancherà il credito di imposta per investimenti in ricerca con aliquota raddoppiata dal 25% al 50%. e “altri strumenti in grado di attaccare il problema di accesso al capitale”. Tutto il piano, ha rimarcato Calenda, è stato costruito “sulla base di incentivi fiscali orizzontali, che l’azienda può attivare nel suo bilancio, senza dover fare domande e farsele approvare”.
A queste misure si aggiunge tutta una serie di politiche di accompagnamento che vanno dal maggior supporto per le piccole e medie imprese del Made in Italy, per favorirne la presenza su canali digitali di vendita, agli investimenti sulla banda ultralarga e sulle infrastrutture abilitanti, ovvero robot collaborativi interconnessi, stampanti 3D, realtà aumentata, simulazione tra macchine interconnesse, integrazione delle informazioni, comunicazione multidirezionale tra processi produttivi e prodotti, gestione di elevate quantità di dati su sistemi aperti, sicurezza durante le operazioni in rete, analisi dei Big Data per l’ottimizzazione di prodotti e processi produttivi.
100 milioni di euro quindi saranno destinati al Piano Made in Italy con azioni di tutoraggio alle imprese ad alto potenziale. Si tratta, ha spiegato il Ministro, di quelle che fatturano più di 500 milioni di euro: “Dobbiamo avere la capacità – ha aggiunto – di scegliere le eccellenze e fare investimenti lì”.
La gestione del piano nazionale e le eventuali correzioni in corsa saranno affidate ad una cabina di regia costituita da Presidenza del Consiglio; Ministeri dell’Economia, dello Sviluppo Economico, dell’Istruzione, del Lavoro, delle Politiche Agricole, dell’Ambiente; Politecnici di Bari, Milano e Torino oltre alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; i Centri di ricerca; la Cdp; Confindustria e, più in generale, il mondo economico e imprenditoriale; i sindacati.