Regioni e Comuni potranno dettare ulteriori specificazioni tecniche entro i termini di recepimento.
Nel panorama delle riforme delle materie edilizie e urbanistiche messe in atto dall’attuale Governo, l’adozione del Regolamento Edilizio Tipo dovrebbe costituire un nuovo tassello di quel processo di semplificazione delle procedure che dovrebbe garantire al nostro paese una condizione di maggiore competitività a livello internazionale.
Sono infatti oltre 8.000 le realtà comunali per le quali il Regolamento Edilizio Tipo si pone come strumento di governo, a livello nazionale, dei principi e delle procedure edilizie.
La Conferenza Unificata ha dato il via libera, giovedì 20 ottobre, allo schema di decreto contenente 42 definizioni standardizzate e l’indice cui i Comuni dovranno attenersi per la redazione dei regolamenti.
Le Regioni prima e i Comuni poi, avranno ciascuno 180 giorni per per recepire lo schema del Regolamento Edilizio Tipo e le definizioni standardizzate e potranno apportare degli adattamenti in base alle loro specificità territoriali. Questo sulla base di quanto posto all’attenzione del tavolo tecnico dall’Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani, e in seguito accolto.
In fase di elaborazione della proposta di Regolamento Edilizio Tipo, a cui ha lavorato in questi mesi la Conferenza Unificata, l’Anci ha infatti evidenziato la necessità di assicurare la possibilità alle Regioni di dettare, in piena coerenza con le sintetiche definizioni “unificate”, ulteriori specificazioni tecniche di dettaglio (che potranno essere recepite sia nello «schema di regolamento» che nel «quadro delle definizioni uniformi»), anche al fine di garantire quella giusta flessibilità dei parametri urbanistici per renderli concretamente applicabili nella formazione dei piani urbanistici comunali.
In base a quanto approvato, in ogni Comune il Regolamento edilizio sarà suddiviso quindi in due parti: un capitolo dedicato ai princìpi generali e uno alle disposizioni regolamentari comunali.
Per princìpi generali si intendono:
- Definizione dei parametri urbanistici ed edilizi,
- Definizione degli interventi edilizi e delle destinazioni d’uso,
- Procedure da seguire per ottenere e depositare i titoli abilitativi,
- Modulistica unificata completa di elaborati da allegare,
- Requisiti generali delle opere edilizie, (limiti di altezza, densità e distanze tra edifici),
- Regole per gli immobili vincolati.
Le disposizioni regolamentari comunali conterranno invece:
- Procedure interne,
- Norme su qualità, sostenibilità e requisiti tecnici complementari.
“È un passo molto importante – ha commentato il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio – l’adozione dello stesso lessico comune per l’edilizia nella pubblica amministrazione a livello nazionale, dove fino ad oggi si sono parlate lingue diverse tra un ente e l’altro anche a pochi chilometri di distanza. Oltre all’esigenza di parlare la stessa lingua c’era anche la necessità di superare l’eccessiva interpretazione della disciplina edilizia, anche qui con il paradosso che le stesse leggi statali o regionali hanno trovato applicazioni diverse in territori contigui”
Conclude Delrio: “Il provvedimento è stato approvato grazie ad un lungo lavoro e rappresenta il punto di mediazione possibile tra tutti i soggetti coinvolti. È un primo passo, che verrà verificato e aggiornato in base al riscontro sul suo utilizzo”